Petaloso dimostra che il successo dipende solo dalla fortuna
Petaloso dimostra che il successo dipende solo dalla fortuna
Quante volte tutti i bambini da piccoli hanno utilizzato parole e termini frutto della loro immaginazione o derivanti dalla fusione di termini dialettali? nella mia esperienza, è successo davvero molte volte.
E allora che cosa rende “petaloso” diverso dalle altre parole inventate e tale da rendere “di successo” la storia del piccolo Matteo di Ferrara?
Assolutamente nulla, oltre al caso. Il caso ha voluto che la sua parola non gli abbia costato un’insufficienza nel tema come invece poteva capitare a qualsiasi altro bambino nella sua stessa situazione ma con un’insegnante diversa ( e poco mancava anche a Matteo, infatti la parola, all’inizio, è stata considerata un’errore), ha voluto che alla maestra Margherita interessasse la questione e ha voluto che qualcuno, alla Crusca, abbia letto la lettera dell’insegnante, un qualcuno che, e si ritorna al discorso di prima, abbia ritenuto interessante la richiesta, senza quindi cestinarla.
Petaloso dimostra che il successo dipende solo dalla fortuna.
Ci sono moltissimi altri esempi, anche opposti. Steve Jobs, ad esempio, si può dire sia stato un uomo di grande successo, tuttavia una malattia l’ha portato via presto e nessuno ha potuto farci niente, nemmeno la sua tecnologia e la sua montagna di soldi. Dipendeva solo dalla fortuna. E se Steve Jobs stesso, poi, fosse nato in un posto diverso, in un anno diverso, o con una famiglia diversa, non avrebbe mai ottenuto nessun risultato.
Una terza tipologia di esempi è quella che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni : quanti dei nostri colleghi ed amici meriterebbero un grande successo ma non lo otterranno mai perchè non sono in una condizione favorevole? E quanti altri, invece, sono amici o figli delle persone giuste, ed ottengono enormi risultati senza alcuna fatica o alcun merito?
Perchè possiamo impegnarci quanto vogliamo nella vita, ed è giusto farlo, ma alla fine, tutto dipende solo dalla fortuna. Petaloso è bello, ma Matteo in realtà non c’entra nulla, il termine potrebbe essere stato coniato altre mille volte, ed altre mille volte avrebbe portato solo ad un’insufficienza.
Dimostra anche che a volte basta crederci, le sfide difficili sono sconfitte probabili ma le rinunce sono sconfitte certe. Il 99.9% delle persone pensa in piccolo, a come far quadrare casa e lavoro, a come vestirsi, andare nei locali a bere birra e snacks, parlare con gli amici di cazzate, e compiere migliaia di riti tutti uguali, tutti normali, tutti ben lontani da strampalate come scrivere all’Accademia della Crusca, brevettare un’invenzione o un marchio, o pianificare un viaggio in Himalaya. Eppure nella vastità del mondo c’è sempre uno più matto degli altri, e queste cose le fa davvero, e così Steve pensa che un arnese di alluminio con disegnata una mela mangiucchiata, con hardware e software precotto e chiuso, un sistema operativo che usa i colori e i fonts!! Ma ci pensi i fonts!!! Per questa ficata pazzesca il box può essere venduto a tre volte il suo valore, e infatti ci riesce. Poi arriva una maestra, più matta delle solite esasperate che segnano in rosso i compiti tra un caffè e uno youghurt. Forse questa megalomane pensa di farsi pubblicità, o forse aveva già un amico in Accademia, forse le è stato facile come fare un Poke al suo amichetto di Facebook… chissà… Beh, questo atto stravagante è riuscito. Ovviamente lei e il moccioso hanno avuto la loro settimana di popolarità. Serve la scintilla di pazzia per far avvenire le cose. Chissà se all’Accademia mi risponderebbero affermativamente se gli scrivessi che dovrebbero inserire “sminchiato”, è un termine usato parecchio nel gergo comune, e Google lo conosce già, certamente è un termine con significato preciso ed è usato statisticamente più di petaloso. Il mio account si è smichiato, la pagina web è tutta sminchiata, hanno smichiato tutto in questo tablet! Scommetto che lo hai sentito o usato anche tu questo termine, almeno una volta.
Ma vedi, io sono troppo normale, e troppo scoglionato (altro termine assente se lo cerco nel sito della AdC) per scrivere ai dottoroni. E sicuramente sono troppo adulto, peloso e poco poetico per vincere il San Remo della popolarità babbana.